Cosa sta accadendo all’oro e più in generale a tutte le commodities?

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L’ultima settimana è stata molto difficile per tutte le commodities. Il petrolio e il natural gas hanno perso oltre il 7% e oltre il 12%, rispettivamente, nella quarta settimana consecutiva al ribasso. L’oro e l’argento non sono stati da meno, chiudendo anche loro con un importante ribasso.

Cosa sta accadendo all’oro e più in generale a tutte le commodities?

Secondo gli esperti, i fattori principali che hanno provocato il crollo delle commodities sono la posizione della Federal Reserve sull’inflazione, che indica che solo una recessione potrebbe farla scendere, e la decisione del governo britannico di annunciare un mix di tagli e incentivi fiscali, innescando un crollo completo della sterlina. Ricordiamo che la sterlina britannica è inversamente correlata al dollaro statunitense per l’11,9%. Per cui il crollo della sterlina è stato la benzina sul fuoco del panico che ha investito i mercati finanziari.

Cosa sta accadendo all’oro e più in generale a tutte le commodities?

L’oro (prezzo in tempo reale) ha chiuso la seduta del 23 settembre in ribasso dell’1,52% rispetto alla seduta precedente, a quota 1.655,63 dollari. La settimana, invece, si è chiusa con un ribasso dell’1,66%.

Le indicazioni di trading dell’analisi grafica sul time frame giornaliero e settimanale

Come già anticipato settimana scorsa, con la chiusura del 16 settembre le quotazioni hanno spazzato via gli ultimi supporti che si frapponevano lungo il cammino che porta all’obiettivo più probabile in area 1.641,5 dollari. Qualora poi anche questo livello non dovesse reggere alla pressione degli orsi, allora il prezzo dell’oro potrebbe scendere fino in area 1.458 dollari.

Sul grafico abbiamo anche tracciato lo scenario rialzista (linea tratteggiata) più probabile nel caso in cui il minimo segnato il 23 settembre non venga rotto al ribasso. Una conferma di questo scenario si avrebbe con una chiusura giornaliera superiore a 1.694 dollari.

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Per capire meglio quanto successo nel corso della settimana appena conclusasi ricordiamo che un’escursione massimo – minimo così importante non si vedeva da oltre 2 anni, era marzo 2020.

Allo stato attuale la proiezione in corso è ribassista (linea continua) e non ha più ostacoli lungo il cammino che porta in area 1.620 dollari. Gli altri obiettivi a seguire sono quelli indicati in figura.

Sul grafico abbiamo anche tracciato lo scenario rialzista (linea tratteggiata) più probabile nel caso in cui il minimo segnato il 16 settembre non venga rotto al ribasso. Una conferma di questo scenario si avrebbe con una chiusura settimanale superiore a 1.694 dollari.

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