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Apple, stop all’aumento di produzione di iPhone: titolo giù a Wall Street

Domanda fiaccata da crisi economica e inflazione: da Cupertino rinunciano al surplus produttivo da 6 milioni di dispositivi. E il modello Pro convince di più

di Biagio Simonetta

Reuters

2' di lettura

Una storia di tecnologia e paradossi, quella che sta vivendo Apple in queste ore. La casa di Cupertino, che qualche settimana fa ha lanciato la nuova famiglia di iPhone (i modelli 14 per la precisione) ha faticato e non poco sui mercati azionari a causa di un rallentamento nella produzione del nuovo smartphone. Un rallentamento che, secondo l’agenzia Bloomberg, non impedirà al colosso californiano di raggiungere le stime previste per l’anno in corso (90 milioni di iPhone 14 da produrre). Ma che annulla - in sostanza - un surplus produttivo che Apple aveva ordinato ai suoi partner, per un totale di 6 milioni di device. La domanda fiaccata da crisi economica e inflazione, ha evidentemente scoraggiato Apple, che ha preferito tornare sui suoi passi, stoppando l’aumento di produzione previsto. Tanto è bastato, però, per far vacillare il titolo a Wall Street. Già in apertura, le azioni hanno perso circa il 4%, bruciando circa 80 miliardi di market cap in poche ore.

Giù anche i partner

Ma la notizia dello stop all’aumento della produzione di iPhone ha avuto un impatto anche sui fornitori e partner dell’azienda di Cupertino, legati agli iPhone in modo importante. Così anche le azioni del principale produttore di chip, Taiwan Semiconductor Manufacturing, hanno perso circa il 3%. E un risultato simile lo ha fatto registrare Foxconn, storico partner chiave per Apple nel ciclo di produzione dell’iPhone.

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Un paradosso tecnologico

Ma come dicevamo, questa storia ha un paradosso in grembo. Perché i ripensamenti sul un surplus produttivo da parte di Apple, secondo il report di Blooomberg, sono relativi ad iPhone 14. Mentre continua a dare grosse soddisfazioni il modello più evoluto: l’iPhone 14 Pro. Un dispositivo che, mediamente, costa 300 euro in più del modello base. Ma in questo caso la ragione è totalmente tecnologica. Perché le novità più evidenti, rispetto ai modelli precedenti, sono arrivate proprio con la versione Pro dello smartphone di Cupertino. A partire dalla Dynamic Island, una rivisitazione intelligente del famoso “notch” che trasforma l’utilizzo dello smartphone nella sua area superiore. E questo pare stia spingendo molti utenti a preferire proprio questo modello (o, in alternativa, ad aspettare già il prossimo iPhone).

L’incognita Cina

Per Apple, ad ogni modo, c’è problema che riguarda un po’ tutti i produttori di telefoni al mondo: la Cina. Il più grande mercato mondiale di smartphone, è in una crisi economica che ha colpito i suoi produttori nazionali di dispositivi mobili e ha anche influenzato le vendite di iPhone. Gli acquisti della serie iPhone 14 nei primi tre giorni di disponibilità in Cina sono diminuiti dell’11% rispetto a quanto successo un anno fa con iPhone 13, secondo una stima della banca d’investimento Jefferies. Un campanello d’allarme per Tim Cook, che intanto domani sarà in Italia, a Napoli, dove in mattinata riceverà una laurea ad honorem alla Federico II.

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